La dimensione sonora del caffè, tra suoni tipici e "paesaggi"

Se chiudessimo gli occhi per qualche istante e provassimo a pensare al caffè, probabilmente immagineremmo alcune sue caratteristiche tipiche: il gusto, l'aroma, il colore. Tutti elementi che riconosciamo immediatamente quando ci troviamo davanti a una tazzina fumante o a una moka in funzione. Eppure ci sono anche altri aspetti da considerare, perché il caffè è un’esperienza multisensoriale che va oltre il gusto e l’aroma. Esiste, infatti, anche una dimensione sonora che accompagna ogni fase del suo percorso: dalle piantagioni coltivate fino alle case e ai bar in città. Perché ogni "paesaggio", ogni scenario nel quale il caffè è presente, possiede una sua colonna sonora unica, fatta di suoni naturali e meccanici e voci umane.
I suoni delle piantagioni
Nelle piantagioni che si trovano in America Latina o nelle alture africane, il paesaggio sonoro è dominato dai suoni e dai sussurri della natura. Ad esempio, il canto degli uccelli tropicali, lo scorrere dell’acqua che alimenta i campi, il fruscio delle foglie sospinte dal vento. Questa suggestiva dimensione sonora si arricchisce poi di altri elementi evocativi che si intrecciano con il silenzio della natura. Un silenzio nel quale risuonano il rumore dei chicchi che cadono nei sacchi e i canti dei raccoglitori di caffè. In alcune regioni, infatti, le comunità locali impiegate nella raccolta accompagnano il lavoro con canti tradizionali tramandati di generazione in generazione. Ciò, peraltro, trasforma la raccolta in un rituale collettivo molto coinvolgente che rafforza l'identità del territorio.
Il viaggio del caffè: i suoni della lavorazione
Dopo la coltivazione e la raccolta, il caffè prosegue il suo viaggio giungendo nelle torrefazioni artigianali. Qui, la sua dimensione sonora cambia registro e si arricchisce di altri suoni. Il crepitio dei chicchi che scoppiettano nelle tostatrici si mescola al rumore metallico delle macine e al sibilo sottile del vapore. In questa fase del percorso, il suono diventa anche un segnale di qualità. Il torrefattore, infatti, riconosce il momento perfetto dell’arrosto non solo dall’odore, ma anche dal suono prodotto dai chicchi. Ogni fase della lavorazione ha, dunque, una sua firma sonora, che gli artigiani imparano a riconoscere con l’esperienza e... con l'udito sempre più allenato.
Il caffè e i suoni del "paesaggio" urbano
E arriviamo alla fase ultima, quella che rende il caffè il protagonista indiscusso del "paesaggio" urbano e delle vite di ciascuno di noi. Nelle case, nei bar, nelle caffetterie, negli uffici, la sua dimensione sonora cambia ancora e assume ulteriori tratti inconfondibili. Il tintinnio delle tazzine, lo sbuffare della moka, il gorgoglio delle macchinette in casa o in ufficio e il rumore deciso delle macchine da bar. Ma anche il sussurro metallico dei cucchiaini e il brusio delle conversazioni. Tutti suoni conosciuti e rassicuranti, che accompagnano quello che è un rito quotidiano, sociale e familiare. In base al tipo di suono ciascuno di noi potrebbe riconoscere subito il luogo in cui ci si trova. Dal silenzio ovattato dei caffè letterari e delle caffetterie più eleganti, al vivace chiacchiericcio dei bar di quartiere, ogni luogo ha la sua atmosfera acustica.
Insomma, riconoscere la dimensione e i paesaggi sonori del caffè, esplorarli, individuarli, significa cogliere sfumature spesso trascurate, ma capaci di arricchire l’esperienza sensoriale. Il caffè, infatti, non è solo una bevanda, ma anche una sinfonia di luoghi, persone e tradizioni. Una sinfonia nella quale ogni suono racconta una storia e rafforza il legame tra chi produce il caffè e chi lo consuma.