Il Caffè Galante di Patti (ME)

Caffè e territorio

La nostra storia è fatta di memoria e la memoria si nutre dei luoghi e di ciò che essi raccontano anche dopo molto tempo. A Patti (Messina), tra le vie del centro, c'è un luogo suggestivo che rievoca un'epoca lontana, con i suoi riti e i suoi protagonisti. È il Caffè Galante, un'antica caffetteria in stile liberty che, oltre ad addolcire la vita dei cittadini, ospitava letterati, intellettuali e poeti importanti. Tra i suoi tavoli con la superficie in marmo di Carrara sono nate idee, versi, riviste. Le sue luci soffuse, i suoi arredi hanno fatto da casa a chi, tra un caffè e un pasticcino, dissertava sulle questioni del tempo. 

Uno storico caffè letterario 

Il Caffè Galante è uno storico caffè letterario, l'ultimo e unico caffè storico siciliano che ancora conserva gli arredi e i decori originari di quando venne inaugurato. Fu il suo fondatore, Giuseppe Galante, ad aprirlo negli anni Venti del secolo scorso. I suoi dolci tipici (come i cardinali e i pasticciotti di carne), il caffè espresso, i gelati e le granite hanno deliziato moltissime generazioni. Ma soprattutto, il Caffè Galante è divenuto rapidamente un vero caffè letterario. Per anni, infatti, è stato luogo d'incontro di intellettuali locali, che lì fondarono un giornale, "Vita Nostra". Una rivista che, oltre a occuparsi di cronaca locale, ospitò le poesie di un grande poeta, che frequentava di tanto in tanto il Caffè Galante. Parliamo di Salvatore Quasimodo, premio Nobel per la letteratura nel 1959. Questo salotto letterario ospitò inoltre il drammaturgo Beniamino Joppolo, uno dei padri dello Spazialismo, di cui Lucio Fontana fu l'esponente più autorevole. Tra i tavoli della caffetteria, trovarono ristoro anche altri illustri intellettuali, come ad esempio, negli anni Sessanta, il giovane filosofo Salvatore Natoli.

Il Caffè Galante oggi

Il Caffè Galante, oggi, non svolge più l'attività originaria, interrotta alla fine del 1992. Grazie ad Antonino Galante, nipote del fondatore Giuseppe, questo luogo, nonostante alcune difficoltà, vive ancora come centro culturale e spazio di memoria. Dal 2008 in poi è stato aperto occasionalmente per ospitare tante iniziative ed eventi. Dalle sperimentazioni innovative nel settore del digitale, all'attivismo civico (a favore dell'ambiente, della tutela del patrimonio culturale, della trasparenza in campo politico e amministrativo). È stato inoltre sede della prima summer school sugli open data in Sicilia e di uno dei raduni della comunità regionale Open Data Sicilia. Sono stati più di un centinaio gli eventi socio-culturali organizzati in questo luogo, con la partecipazione di molti personaggi autorevoli. Oggi il Caffè Galante, però, deve far fronte ai danni gravi procurati da infiltrazioni di acqua provenienti dalle tubazioni fatiscenti dell'acquedotto comunale. Per questo motivo ha bisogno di un importante restauro che ne fermi il degrado e ripari i danni. Magari per poter riaprire come caffetteria e riprendere il suo cammino anche come luogo di promozione culturale.

Da Patti a Palermo, i caffè letterari siciliani

Il Caffè Galante è stato inserito tra i "Luoghi del Cuore" del Fondo Ambiente Italiano, proprio per il suo altissimo valore storico. Un caffè letterario che ha attraversato la storia, dando spazio alla letteratura e trovando tra i suoi avventori un grande poeta come Quasimodo. Ci sono stati anche altri caffè letterari importanti in Sicilia, ma sono ormai spariti oppure hanno cambiato forma. Come è accaduto al Gran Caffè Romano di Caltanissetta, dove sono passati, tra gli altri, intellettuali del calibro di Leonardo Sciascia e Vitaliano Brancati. Oggi non esiste più, ha cambiato forma. Così come il bar Mazzara di via Magliocco, a Palermo, dove Tomasi di Lampedusa aveva un tavolo riservato. Lì, nella sala da tè del bar aperto nel 1909, Tomasi scrisse parte del suo capolavoro "Il gattopardo". 

Alle origini del caffè letterario

Lo scrittore e docente Emanuele Drago, in un suo scritto, ci ricorda due figure. La prima è quella di Francesco Procopio Cutò, siciliano che a vent'anni andò in Francia per lavorare come cameriere in uno dei primi caffè parigini. Nel 1686, egli aprì il primo caffè letterario al mondo: il Cafè Glacier Le Procope. Lì serviva il suo gelato a freddo, diventando il primo ambasciatore del gelato siciliano. Un'altra figura di cui parla Drago, è Gian Maria Bassanelli. Giunto a Palermo da Como, pare che avesse aperto una taverna conosciuta poi come "a Taverna di li Casciàri". Un luogo in cui passavano "intellettuali e uomini d’ingegno". Questi, oltre a consumare le prelibatezze del bar, "discorrevano di arte, scienza e filosofia, circondati dai numerosi libri che abbellivano gli scaffali dell’osteria". Siamo nella metà dell'Ottocento e, dunque, questa osteria di fatto può essere considerata il primo caffè letterario siciliano. 

Anche la Sicilia, dunque, ha la sua lunga storia di caffè letterari, popolata da nomi illustri che hanno segnato in modo indelebile la letteratura mondiale.

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