La sostenibilità nelle piantagioni: il caffè e i cambiamenti climatici

Caffè e territorio

I cambiamenti climatici, nei prossimi decenni, potrebbero ridurre sensibilmente la quantità di terre coltivabili. L'aumento delle temperature, le alluvioni e le grandi piogge che avvengono con più frequenza, anche in aree tradizionalmente meno esposte, hanno un impatto devastante. Un problema di dimensione mondiale che si somma ad altri fattori preoccupanti, come la deforestazione, le colture intensive e le condizioni di povertà dei coltivatori. Tra le coltivazioni più a rischio a causa di tutto ciò, vi è anche quella del caffè. L'allarme, lanciato nel 2017, ha spinto e spinge ancora i Paesi produttori a trovare soluzioni per tutelare le piantagioni e il ciclo produttivo del caffè.  

Gli effetti dei cambiamenti climatici sul caffè

I cambiamenti climatici producono effetti che, a lungo andare, rischiano di creare conseguenze pesanti sulle piantagioni. La crisi climatica sta infatti causando una riduzione delle terre adatte alla coltivazione di caffè, in particolare quelle della specie Arabica. Quest'ultima, infatti, è più delicata e sensibile alle variazioni di temperatura. Inoltre, i cambiamenti climatici hanno determinato anche un aumento delle malattie che attaccano la pianta del caffè. Tutto ciò, insieme alla deforestazione di molte aree, per far spazio ad altre colture particolarmente intensive, prospetta uno scenario allarmante. Entro il 2050, infatti, un numero molto ampio di terreni utilizzati per la coltivazione del caffè saranno inadatti, in particolare per la crescita dell’Arabica. In poche parole, la produzione globale di Arabica potrebbe ridursi del 45,2%, mentre la produzione di Robusta potrebbe subire un calo del 23,5%. 

Una reazione a catena

A causa dell'aumento delle temperature e dello spostamento delle precipitazioni, le principali regioni produttrici di caffè probabilmente diminuiranno. A seguito della riduzione delle terre coltivabili, la produzione potrebbe crollare in Costa Rica, El Salvador, Guatemala, Honduras, Nicaragua, Messico e Vietnam. L'impoverimento dei terreni e l'alterazione dell'ambiente naturale delle piantagioni ha una duplice, possibile conseguenza: l'aumento dei prezzi e un caffè dal sapore diverso. Inoltre, davanti alla crisi dei Paesi produttori tradizionali, altri potrebbero approfittarne, come Stati Uniti, Argentina, Uruguay e Cina. Ma questo avverrebbe modificando le aree coltivabili, per fare spazio alle piantagioni di caffè. E ciò, probabilmente, avrebbe un prezzo in termini di deforestazione. Una prospettiva, quindi, non proprio rincuorante.

Le possibili soluzioni

Per far fronte agli effetti della crisi climatica sono state adottate strategie e approntate soluzioni che riguardano diversi aspetti della produzione. Innanzitutto, è necessario salvaguardare le foreste e gli altri ecosistemi, rifiutando logiche di deforestazione mirate a far spazio a nuove piantagioni. Per una produzione di caffè sostenibile, bisogna rispettare gli ecosistemi e adottare pratiche di utilizzo responsabile del territorio, come ad esempio l'agricoltura rigenerativa e l’agroforestazione. In secondo luogo, è fondamentale preservare la biodiversità. Ad esempio, considerato che l'Arabica è la specie più delicata, bisogna attivarsi per generare varietà più forti, in grado di sopravvivere a condizioni più difficili. Questo è possibile, ad esempio, realizzando nuovi incroci tra varietà di caffè selvatiche e Arabica pura. 

Impegni e certificazioni

Oggi molte aziende hanno dato vita a iniziative volte a promuovere la sostenibilità nel settore del caffè e tendere verso obiettivi positivi. Purtroppo, però, spesso mancano impegni vincolanti e finanziamenti per ottenere risultati concreti. Buona parte delle aziende, infatti, non sta ancora adottando le misure necessarie a rispettare gli impegni esistenti nel settore per affrontare rischi sociali e ambientali. Qualcosa può aiutare a imboccare la direzione giusta: ad esempio, acquistare caffè certificato da associazioni come Caffè Speciali Certificati (CSC), UTZ, Rainforest Allianz. Una scelta di acquisto che offre garanzie sugli elevati standard utilizzati dai produttori di caffè selezionati per l'approvvigionamento. I produttori di caffè certificato, infatti, utilizzano pratiche sostenibili di coltivazione, proteggendo anche il benessere dei coltivatori e delle loro comunità. 

Normative

Nel settore della produzione di caffè, inoltre, si è sviluppato un quadro normativo più rigoroso. Negli ultimi anni, l’Unione Europea ha proposto e adottato leggi internazionali incentrate su fattori ambientali, sociali e di governance (ESG) che si rafforzano a vicenda. Queste leggi obbligano le aziende a dare priorità alla tutela dei diritti umani e a prevenire il degrado ambientale. La conformità a queste normative richiede, tra le altre cose, un monitoraggio approfondito delle catene di approvvigionamento della materia prima. Tali leggi forniscono, peraltro, un quadro completo di responsabilità che include rimedi e sanzioni severe. Tuttavia la maggior parte dei torrefattori non è ancora preparata a soddisfare i necessari requisiti previsti dalle norme.

In conclusione, si può dire che quella verso la sostenibilità è una direzione certamente obbligata, ma c'è ancora tanta strada da fare. Ed è importante percorrerla, perché ne va del futuro del Pianeta e anche del nostro amato caffè.

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