Espresso: lievita il prezzo al bar

Casa Barbera

Il caffè espresso al bar è uno dei riti più diffusi nel nostro Paese. Un momento irrinunciabile per iniziare la giornata o per prendersi una pausa e spezzare un po' il ritmo. Il bar non è un semplice esercizio commerciale, ma è un luogo familiare, che profuma di casa e di certezze. Il barista stesso è un riferimento quotidiano, un amico con il quale scambiare una battuta o due chiacchiere mentre si consuma il caffè. Ultimamente gli amanti di questo piacevole rito hanno dovuto fare i conti con una spiacevole sorpresa: l'aumento del prezzo dell'espresso. Un rincaro dovuto agli effetti della pandemia sull'economia mondiale e su diversi settori, compreso quello della produzione del caffè.

La pandemia e le materie prime 

Il Coronavirus che ha colpito il mondo nel 2020 ha condizionato la vita di tutti, consumatori, commercianti, produttori. I costi delle materie prime sono cresciuti sensibilmente, così come sono cresciuti quelli di tutti i materiali. La crisi dei raccolti, soprattutto per l'Arabica in Brasile, ha determinato una produzione più esigua che, inevitabilmente, ha alzato i prezzi. Le futures sulla qualità Arabica, secondo Bloomberg, sono aumentate del 4,8%. Il costo del chicco verde è aumentato di più del 40%. Da quasi 100 centesimi per 450 grammi del 2020 si è passati infatti a 144 centesimi ogni 450 g.

Lockdown e chiusure: la crisi dei torrefattori

Nel 2020 in Italia c'è stato un calo dell'8% delle importazioni di caffè rispetto al 2020. Il lockdown totale e quelli localizzati hanno drasticamente ridimensionato il consumo del caffè al bar. Questo ha provocato una contrazione del fatturato delle torrefazioni italiane dell’8,6%, per un valore di 337 milioni di euro. Il canale Ho.Re.Ca. nel 2020 ha registrato perdite per il 40%, il canale vending-Ocs ha perso il 50%. Hanno resistito il retail tradizionale e soprattutto l'e-commerce (che è cresciuto del 50%). 

Un aumento impossibile da evitare? 

Per i bar questo biennio è stato un incubo. Oltre alle chiusure, l'aumento del costo delle materie prime ha riguardato caffè, zucchero, farina, latte e anche l'energia. Una stangata che, a cascata, si ripercuote inevitabilmente sul prezzo del caffè. Se nel 2002 un espresso costava in media 85 centesimi e nel 2006 ne costava 90, oggi il prezzo ha raggiunto quota 1,10-1,30 euro. A partire da questo mese, si stima che il prezzo possa salire ancora toccando quota 1,50 euro a tazzina. Per qualcuno un aumento impossibile da evitare, per qualcun altro un'esagerazione, visto che in una tazzina la quantità di caffè necessaria incide per meno di 20 centesimi. Resta il fatto che il caffè al bar oggi ha un costo maggiore e che per un caffè di qualità si parla anche del 12-15% in più. Con differenze di prezzo che variano in base alle aree geografiche. Però il bar è sempre il bar, un espresso gustato al bancone ha sempre un sapore diverso, che rientra in un'atmosfera inimitabile. Magari, con un cioccolatino e un bicchiere di acqua offerti sistematicamente insieme al caffè, il peso di questo aumento potrebbe sentirsi di meno. In attesa di tempi migliori.

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