La pianta di caffè: origini e caratteristiche

Chicche di caffè

La pianta di caffè ha origine in Etiopia, nella regione di Caffa. Comprende 90 specie, le più importanti per l'economia sono: Arabica, Robusta e Liberica.

La pianta del caffè ha origine nella regione di Caffa, in Etiopia. C’è chi sostiene che essa prenda il nome proprio dalla regione, c’è chi invece asserisce che derivi dalla parola araba qahwa, che significa vino. In principio, dalla pianta non si derivava una bevanda ma un alimento. Una sorta di pane composto dai semi frantumati e impastati con grasso e sale. Solo attorno al XIV secolo si iniziò a tostare il caffè.

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La diffusione del caffè: le tappe fondamentali

Il caffè si diffonde, infatti, come bevanda grazie agli arabi che iniziano a tostare i semi della pianta. Nel 1600 il caffè divenne la bevanda più diffusa dell’Islam. Poi, furono i turchi, attraverso le conquiste dell’Impero Ottomano, a portare il caffè e il suo aroma anche in Europa, dove la celebre bevanda si diffuse totalmente nella seconda metà del 1600. Nel XVIII secolo invece il caffè venne portato in America: nel 1727 arrivò in Brasile, oggi primo produttore ed esportatore di caffè verde (come viene definito il caffè crudo).

Le caratteristiche della pianta

La pianta del caffè appartiene alla famiglia delle Rubiacee, genere Coffea, e racchiude circa 90 specie. È una pianta sempreverde, cresce nei paesi fra il Tropico del Cancro e quello del Capricorno. Le piante possono arrivare fino a 10 metri di altezza, ma per agevolarne la raccolta vengono potate ad un’altezza di circa due metri. I fiori, piccoli e bianchi, sono raggruppati a grappoli ed emanano un intenso profumo simile a quello del gelsomino. Il frutto, la drupa, simile ad una ciliegia, contiene due semi o “chicchi di caffè”.

Le specie più importanti: Arabica e Robusta

Delle 90 specie di pianta di caffè, le più importanti per l'economia umana sono tre. Precisamente, Coffea Arabica, Coffea Canephora (detta anche Coffea Robusta) e Coffea Liberica, che però è poco utilizzata. L’Arabica è nata da una mutazione spontanea di razze preesistenti che hanno raddoppiato il numero di cromosomi (da 22 a 44) nella cellula. Con le sue numerose varietà, essa rappresenta oggi circa il 60% della produzione mondiale di caffè. La pianta è piuttosto delicata e necessita di cure più intense rispetto alla qualità Robusta. La Robusta, invece, si caratterizza per l’innata resistenza ai parassiti e alle malattie. Per questo riesce a svilupparsi in ambienti più ostili, come la foresta pluviale equatoriale.

Arabica e Robusta: diversità di gusto

I chicchi ben selezionati della specie Arabica producono un caffè dolce e profumato, con leggera acidità, un aroma raffinato e un retrogusto di caramello. I chicchi di buona qualità della specie Robusta producono invece un caffè corposo, con acidità bassa o assente, aromi di tostato e un retrogusto amarognolo.

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