Le mascherine per proteggersi? C’è chi le fa con il caffè

Chicche di caffè

Le mascherine di protezione sono ormai oggetto di uso quotidiano. In Vietnam, un'azienda le ha realizzate con i chicchi di caffè: efficaci ed ecofriendly.

Per evitare pericolosi passi indietro nella lotta contro il Covid è necessario continuare a rispettare determinate regole. Non solo il distanziamento sociale e la sanificazione delle mani e degli ambienti, ma anche l’utilizzo delle ormai celebri mascherine. In questi mesi di emergenza, la mascherina ci ha accompagnato in ogni luogo e momento condiviso. È diventata un oggetto quotidiano al punto da spingere tante aziende e anche case di moda a produrne in quantità, spesso usando materiali alternativi. Tra questi c’è anche il caffè, che dimostra ancora una volta di essere adatto a tanti usi.

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Un’idea che viene dal Vietnam

Una delle idee più creative e interessanti viene dal Vietnam. Un’azienda calzaturiera vietnamita, la ShoeX, già nota per aver prodotto scarpe fatte con il caffè, ha pensato di realizzare anche le mascherine. Naturalmente sempre a base di caffè. Ad animare questa idea, così come nel caso delle scarpe, è il principio di ecosostenibilità: rispettare l’ambiente e ridurre i rifiuti, soprattutto la plastica. Questo tipo di mascherina è stata chiamata AirX e per la sua realizzazione sono stati usati i chicchi di caffè. Un dispositivo di protezione antibatterico, riutilizzabile, totalmente naturale e soprattutto biodegradabile. Elemento fondamentale quest’ultimo, visto l’impatto elevato che il consumo mondiale di mascherine sta avendo sull’ambiente.

Le mascherine AirX nel dettaglio

Le mascherine AirX sono composte da uno strato esterno realizzato con un filato di caffè e da un filtro interno biodegradabile creato usando caffè e nanoparticelle di argento. L’argento possiede proprietà antibatteriche e igienizzanti ed è pertanto ideale per combattere virus e batteri. La mascherina si può lavare tranquillamente dopo l’uso, il filtro invece non va lavato ma va sostituito dopo 30 giorni.

Altre soluzioni: anche filtri e capsule per realizzare mascherine

Durante i mesi dell’emergenza sono nate anche altre idee per far fronte alla necessità crescente di mascherine. Una di queste, ad esempio, è quella dell’azienda napoletana Nutis srl, che ha prodotto mascherine che utilizzano come filtro le capsule di caffè. Sono igienizzabili e riutilizzabili e richiedono la sostituzione del filtro ogni 6/8 ore. Un’altra soluzione viene invece dalla Germania, dove l’azienda Melitta, che produce filtri per caffè, ha scelto di fabbricare mascherine. Come? Con tre strati di tessuto non tessuto, tra cui uno strato di tessuto non tessuto meltblown. Quest’ultimo è particolarmente adatto perché corrisponde agli standard delle mascherine chirurgiche.

Il caffè dunque ha mille risorse e, come visto, può aiutare a proteggere la nostra salute e quella del nostro pianeta.

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